"Go to it !"
Il 9° Battaglione Paracadutisti britannico nel Giorno Più Lungo
Capitolo I: il piano
Tra
gli obiettivi assegnati alla 6ª Divisione Aviotrasportata britannica
per l'Operazione Tonga (l'assalto aviotrasportato britannico
pianificato nel contesto dell'Operazione Overlord), prevista per la
notte antecedente il D-Day, 6 giugno 1944, quello che destava più
preoccupazione era la neutralizzazione della batteria costiera di
Merville, situata a quasi 7, 5 km a nord-est di Ranville, vicino Caen
(dipartimento del Calvados, regione della Bassa Normandia). Essa non
solo rappresentava un ostacolo, ma era una minaccia diretta agli
sbarchi sulla spiaggia Sword a causa dei cannoni di grosso calibro da
105 mm. I lavori per la sua costruzione rientravano nel sistema di
fortificazioni del Vallo Atlantico, ed iniziarono nella primavera
1943 sotto la responsabilità diretta dell'Organizzazione Todt (dal
nome del suo fondatore, l'ingegnere civile Fritz Todd), che
subappaltò l'incarico alla Rittmann
Company
di Houlgate, piccolo comune vicino Cabourg, situato nel dipartimento
del Calvados. La prima casamatta ad essere costruita era del tipo
611, ed era la più imponente ed importante delle tre successive
previste (le casematte n° 2, 3, 4 sarebbero state del modello 669 e
prevedevano l'utilizzo di 450/500
m³
di calcestruzzo).
La costruzione del bunker n°1, del tipo 611, richiese lo scavo di
700 m³
di terreno, oltre 1330 m³
di cemento e 65 tonnellate di barre d'acciaio rinforzate. La
casamatta era divisa in due sezioni principali, separate al centro da
un corridoio che univa l'entrata posteriore alla sito principale del
cannone. I locali della parte sinistra del bunker erano adibiti al
deposito delle munizioni di artiglieria (Raum
fur Granate)
e all'armeria per il personale in servizio (Raum
fur Kartushen);
mentre nella sezione di destra si trovavano gli alloggi per nove
artiglieri (Bereitschaftsraum
fur 9 mann),
in quella di sinistra vi era una camera per l'estrazione del gas
(Gasschleuse).
L'intero edificio era coperto da un cumulo di terra così spesso da
renderlo in apparenza una struttura megalitica. La difesa della
casamatta n°1 era affidata ad una postazione di mitragliatrice
situata all'interno del bunker vicino l'entrata principale, mentre
un'altra mitragliatrice era posta in un tobruk
hole
in cima all'edificio stesso. Tuttavia, l'intero compound
difensivo non era solo composto dai quattro bunker: vi erano sei nidi
di mitragliatrici medie e quattro leggere, tre mitragliere antiaeree
da 20 mm, due recinzioni, delle quali l'esterna coincideva con un
recinto per bovini, mentre l'interna era alta dai 2 ai 3,5 metri.
Tra le due recinzioni vi erano campi minati larghi dai 25 ai 50 m
con mine del modello “AP” (mine antiuomo) mentre numerose
trappole esplosive erano state disseminate sia all'interno che
all'esterno del perimetro difensivo, che annoverava un fosso
anticarro largo 5 e lungo 107 m scavato sul lato nord della batteria.
Il presidio era composto da una guarnigione di 160 uomini della 716ª
Divisione di Fanteria, che vista l'importanza del sito, poteva
raggiungere anche le 200 unità. Si stimava inoltre che l'armeria
potesse disporre di oltre 100 fucili e di un quantitativo
considerevole di munizioni.
Foto
aerea, datata 28 Maggio 1944, della Batteria di Merville. Si possono
notare gli effetti dei bombardamenti a pochi giorni dal D-Day
|
Nel marzo del 1944 i piani per
l'Operazione Tonga stavano per essere definiti nei rispettivi
Quartier Generali di Brigata. Verso la fine dello stesso mese
l'Ufficiale Comandante
del
9° Battaglione Paracadutisti (9th
Battalion Parachute Regiment),
Tenente Colonnello Terence B.H. Otway, ricevette l'ordine per la
speciale operazione assegnata alla sua unità. Al
momento dell'assegnazione del nuovo incarico, Otway aveva a
disposizione solo due mesi di tempo per allestire un piano e
addestrare i suoi uomini. Nonostante avesse ricevuto carta bianca,
l'assalto ad una postazione di artiglieria così ben difesa risultava
molto complesso da pianificare. Per prima cosa, Otway decise di
prendere in “comodato d'uso” una regione nel West Woodhay, vicino
Newbury (contea di Berkishire), dove le condizioni meteo e il tipo di
terreno erano molto simili a quelle che si sarebbero incontrate in
Normandia. In sole quarantotto ore riuscì ad avere un permesso, che
coinvolse ben sette ministri della Whitehall, per delimitare la zona
d'addestramento. In una settimana i genieri costruirono una esatta
replica della batteria, con riproduzioni in scala 1:1., essendo
conosciute le dimensioni grazie alla disponibilità di foto aeree e
ai rapporti dell'Intelligence.
Per velocizzare la costruzione furono fatti arrivare da città
lontane come Liverpool e Plymouth quattro escavatrici e sei
bulldozer. I genieri lavorarono giorno e notte grazie ai fanali dei
veicoli. Naturalmente, visto l'obiettivo della missione e
dell'operazione Overlord stessa, furono adottate le più strette
misure di sicurezza volte a far calare un velo di assoluta segretezza
sull'intera operazione del 9° Battaglione Paracadutisti. Nessuno,
senza l'autorizzazione dell'Ufficiale Comandante di Battaglione,
aveva il permesso di usufruire delle strade o dei terreni posti nelle
vicinanza del sito della ricreata batteria. Per testare il livello di
segretezza furono introdotte nell'area, per tutto il periodo
d'addestramento, un certo numero di attraenti ragazze (ausiliare
inquadrate nel corpo del Women's
Auxillary Air Force della
RAF)
con lo scopo di strappare informazioni ai soldati. Fortunatamente
esse fallirono, e d'altra parte i paracadutisti erano a conoscenza
solo del piano allestito, dell'ubicazione e del nome della finta
batteria. Una volta ultimata la replica della batteria, il
Battaglione si trasferì sul sito dopo una lunga marcia da Bulford a
Woodhay nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1944, pronto ad estenuanti
sessioni giornaliere di addestramento. Il piano dell'attacco era
estremamente elaborato: il Tenente Colonnello Otway aveva diviso il
suo Battaglione in undici squadre, ognuna con uno specifico compito.
Eccole in dettaglio:
squadra
raduno Rendez-Vous (RV
organisation
party):
il suo compito era di sorvegliare il punto di riunione del
Battaglione dopo il lancio. Al comando era stato posto il Maggiore
Allen J. Parry, comandante
della
Compagnia A. Vi erano inquadrati anche il Tenente Christie, i loro
personali attendenti, un caporale dell'Intelligence e un
sottufficiale di ogni compagnia. L'attrezzatura era composta di luci
rosse, gialle, verdi e amaranto, di marcatori di tela bianca per
segnalare i RV (punti di ritrovo) delle compagnie, di un segnalatore
a lampo Aldis,
e di fischietti che riproducendo il suono di un uccello, aiutavano i
paracadutisti sbandati a ritrovare la strada sino al RV;
squadra
ricognizione della batteria (battery reconnaissance party):
questa
squadra subito dopo il lancio doveva dirigersi nel più breve tempo
possibile verso la batteria, segnalando via radio se avessero
localizzato postazioni difensive nemiche durante il tragitto e le
condizioni stesse della batteria. A guidare la piccola unità era
stato scelto il Maggiore Smith, comandante della Compagnia di
supporto del
battaglione, coadiuvato
dai Sergenti Maggiore di Compagnia (Company
Sergeant Major)
Miller e Harold, e da altri due paracadutisti. Un'unità di riserva,
sotto il comando del Tenente D.G. Slade, era stata messa in allerta
qualora la prima avesse fallito;
squadra
sminamento (taping party):
a questa squadra, comandata dal Capitano The
Honorable C.P.
Greenway
e
formata da una sezione della Compagnia B, spettava il compito di
perlustrare la lying-up
(luogo
scelto da un reparto per occultarsi al fine di osservare le
postazioni nemiche o rimanere in attesa prima dell'inizio
dell'operazione), aprire varchi nella recinzione e contrassegnare,
con il nastro bianco, il percorso per l'attacco alle casematte nel
campo minato seguendo le istruzioni della squadra di ricognizione.
L'equipaggiamento
addizionale prevedeva mine
detector
e nastro segnalatore;
compagnia
demolizioni (breaching company):
costituita
dal resto della Compagnia B, agli ordini del Maggiore Harold Bestley,
incaricata di aprire i varchi finali e rimuovere gli ostacoli
presenti;
compagnia
d'assalto (asssault company):
alla Compagnia C, guidata dal Maggiore Ian Dyer, spettava l'assalto
finale contro le casematte e la guarnigione;
squadra
speciale d'assalto (special assault party):
questa unità unità speciale, denominata GB
– glider force,
agli ordini del Capitano Robert Gordon Brown, era composta dal
Capitano H.E. Smith, dal Tenente Pond, da un ufficiale e sette
guastatori del 591° Squadrone Paracadutista, Corpo Reale dei Genieri
(Parachute
Squadron, Royal Engineers),
e da quarantasette assaltatori della Compagnia A. Addestrati nel
combattimento corpo a corpo con qualsiasi arma, muniti di pistole
mitragliatrici Sten e lanciafiamme, si sarebbero infiltrati nella
batteria tramite tre alianti nel momento stesso dell'attacco della
Compagnia C. Per essere riconosciuti durante l'attacco, si decise di
applicare sopra ogni mimetica un riconoscimento notturno
fosforescente con la forma di un jolly
roger (l'inconfondibile
teschio con tibie incrociate dei pirati).
Formato di una speciale sostanza luminescente di colore verde acceso,
avrebbe permesso l'identificazione dei paracadutisti di questa
squadra speciale da parte dei loro commilitoni entro il perimetro
difensivo;
gruppi
fuoco di supporto (fire groups):
sotto il comando dei CSM Ross e Harries, questi due gruppi dovevano
supportare l'assalto con un preciso e martellante fuoco di copertura.
Ogni gruppo era formato da una squadra armata di mitragliatrici
leggere Bren, da tre tiratori scelti e da tre team di paracadutisti
muniti di fucili anticarro;
squadra
di diversione (diversion party):
comandata dal Tenente Browne e dal Sergente Knight, questa squadra
era armata di lanciagranate anticarro Piat, bombe a mano e due
mitragliatrici di squadra Bren, Il suo compito era spostare
l'attenzione tedesca verso il cancello principale. Due paracadutisti,
che parlavano un fluente tedesco avrebbero dovuto gridare ed
“impartire” ordini al nemico in modo tale da confondere ancor di
più i difensori.
L'ultima
ricognizione aerea, 5 giugno, sull'intero teatro dell'Operazione
Tonga. In alto a destra, nel cerchio, la Batteria di Merville, mentre
in basso a sinistra, nel riquadro, la Zona di Lancio N.
|
Il
resto del Battaglione, guidato dal vice comandante,
Maggiore
Eddie Charlton, costituiva la riserva e doveva presidiare il quartier
generale di battaglione situato in una azienda agricola non molto
distante dalla batteria. Ai suoi ordini vi erano il resto della
Compagnia A, la compagnia di supporto del
battaglione
(composta dalle squadre mortaio, mitragliatrici e dalle unità
logistiche), la sezione medica, comandata dall'Ufficiale medico,
Capitano Harold Watts, ed un'altra del 224° Ambulanza da Campo
Paracadutista (Parachute
Field Ambulance).
Vista l'impossibilità di avere copertura, era stato previsto che
tramite altri cinque alianti sarebbe stato trasportato l'
equipaggiamento pesante (lanciafiamme, due cannoni anticarro da sei
libbre, tre jeep con rimorchio rifornite di munizioni, sessanta
torpedo bangalore, dodici passerelle in alluminio per oltrepassare il
fosso anticarro e ventiquattro scalette in alluminio. Il
piano
era
il seguente.
La squadre di raduno e di ricognizione
si sarebbero lanciate dagli Albemarle insieme agli esploratori della
22ª
Compagnia Indipendente Paracadutista
(Independent
Parachute Company)
e della 3ª
Brigata Paracadutista intorno alle 00:20. Una volta atterrati
avrebbero dovuto marcare la Zona di Lancio V, vicino Varaville, e
perlustrare il percorso fino al reticolato della batteria. Dalle
00:30 alle 04:00 1.800 kg di bombe sarebbero state sganciate da cento
bombardieri Avro Lancaster sulla batteria al fine di indebolire il
dispositivo difensivo. Durante il bombardamento, gli alianti con
l'equipaggiamento addizionale sarebbero sbarcati il più vicino
possibile ai Rv
del 9° Battaglione che, atterrato intorno alle 00:50, avrebbe preso
possesso del carico. La fase seguente prevedeva che la
squadra
sminamento,
rinforzata dai guastatori del 591° Squadrone Paracadutista, creasse
tre sentieri per la corsa d'attacco attraverso il campo minato
utilizzando mine
detector.
Il comandante della squadra di ricognizione,
Maggiore Smith,
avrebbe dovuto incontrare il Battaglione ad un incrocio a nord est
del villaggio di Gonneville e guidarlo dapprima all'improvvisato
quartier generale presso un'azienda agricola, e poi alla lying-up,
situata a 270 m di distanza dal reticolato esterno in direzione
sud-est. La Compagnia A del 1° Battaglione Paracadutista Canadese
(1st
Canadian Parachute Battalion)
avrebbe coperto i fianchi del 9° Battaglione durante l'operazione.
Il primo passo dell'assalto principale avrebbe visto intorno alle
04:24 i tre alianti della GB
- glider force
distaccarsi dai propri aerei da traino ad una altezza di 1800 m. Essi
avrebbero segnalato al quartier generale di battaglione, presso
l'azienda agricola, una M con il segnalatore Aldis
in dotazione. Un minuto e mezzo dopo (04:25:30), il trombettiere del
battaglione avrebbe segnalato con lo squillo di tromba “Reveille”
di sparare proiettili illuminanti sulla batteria, in modo tale da
rivelarne la posizione nella notte. Dopo altri due minuti e mezzo di
attesa (04:28:00), allo squillo di tromba “Fall
in”
si sarebbero interrotte le segnalazioni luminose per un minuto in
modo tale da permettere alla squadra
di diversione
di attaccare il cancello principale cercando di attirare l'attenzione
tedesca sulla propria azione. Alle 04:30
con
l'atterraggio del primo aliante tra le casematte, la compagnia
demolizioni
avrebbe
innescato i bangalore torpedo, permettendo alla compagnia d'assalto,
seguita
dai guastatori, di
lanciare l'attacco contro i bunker; nello stesso istante, il
distaccamento speciale della
GB – glider force
avrebbe iniziato l'assalto alla guarnigione. Tuttavia, la conquista
della batteria era vincolata all'arrivo della prima ondata sulla
spiaggia Sword, prevista per le 7:15 del 5 giugno. Il Tenente
Colonnello Otway avrebbe dovuto portare a termine la missione entro
le 05:30, ora d'inizio del bombardamento aereo navale sulle
fortificazioni costiere tedesche. Se l'attacco fosse fallito,
l'incrociatore leggero H.M.S.
Arethusa
della
Royal Navy,
avrebbe aperto il fuoco contro la batteria verso le 05:30. Al
contrario, se il Battaglione fosse riuscito nel suo intento avrebbe
segnalato la vittoria in direzione del mare con razzi illuminanti di
colore giallo e un proiettile rosso-verde-rosso sparato da un
mortaio, e trasmettere via radio la parola in codice al quartier
generale della 3ª
Brigata
Paracadutista, impedendo in tal modo all'H.M.S.
Arethusa
di iniziare il cannoneggiamento. Messi a tacere i cannoni, il 9°
Battaglione avrebbe dovuto dirigersi verso il quartier generale
presso l'azienda agricola, riunirsi al resto delle unità e procedere
verso il villaggio di Le Plein. Arrivati nel piccolo abitato
francese, i paracadutisti del 9° avrebbero dovuto bloccare le strada
di accesso al paese, controllare le vie verso Franceville Plage ed
impossessarsi del quartier generale tedesco a Sallenelles. Gli
addestramenti furono condotti a ritmi serrati e le simulazioni di
assalto alla batteria furono effettuate sia di giorno che di notte,
utilizzando spesso munizioni vere. Otway fu meticoloso: fece
ripetere più volte ad ogni ufficiale, sottufficiale e soldato in che
cosa consistesse il suo obiettivo e come raggiungerlo.